Castello Ruffo di Scilla

 

«Giunto a Scilla mi affrettai a salire al castello. […] Il castello è rivestito di spesse muraglie e fiancheggiato da grosse torri sulle quali sono piazzati i cannoni e mortai. Il forte ha eccellenti casematte ed una magnifica cisterna nella quale si scende per mezzo di una scala. […] La sua posizione all’ingresso dello stretto ne fa un punto militare importantissimo». Lettera di un ufficiale francese che soggiornò al castello il 4 maggio del 1808.

 

Il Castello di Scilla si trova su un alto masso roccioso che si proietta a picco sul mare dello Stretto di Messina. 

Le origini della costruzione risalgono al V secolo a.C., in epoca magnogreca, in cui il tiranno di Reggio, Anassilao, avrebbe costruito la prima fortificazione per contrastare le incursioni piratesche provenienti dal mar Tirreno. 

In epoca medioevale il Castello divenne prima roccaforte bizantina e, nell’842 d.C., i padri basiliani vi fondarono il monastero con annessa chiesa di San Pancrazio, la cui ubicazione è riscontrabile attraverso antiche stampe risalenti al secolo XVIII. 

Successivamente, il monastero subì delle modifiche in epoca normanna divenendo piazza d’armi e fu migliorato sotto il dominio della dinastia sveva che mirò a potenziare il sistema difensivo. 

Il monastero di San Pancrazio continuò così ad assolvere le sue funzioni convivendo con il ruolo di fortificazione pur continuando ad essere abitato dai monaci basiliani anche durante il regno degli Angioini. 

Carlo d’Angiò entrò in possesso delle fortezze di pertinenza ecclesiastica del Regno e nel 1283 ordinò di rafforzare in particolare quelli posti di fronte alla Sicilia. 

Nel 1313 Federico d’Aragona occupò il Castello di Scilla restituendolo alla Curia ma, dopo la sua morte, Pietro de Nava riuscì a riottenere la castellania di Scilla. Il figlio Gutierre, succedutogli, vendette nel 1533 il castello a Paolo Ruffo, conte di Sinopoli, che ne fece una dimora nobiliare, concludendo i lavori nel 1620. 

Il complesso si struttura su una pianta irregolare, con corpi di fabbrica di epoche differenti. 

Un portale in pietra, sul cui arco è a tutt’oggi visibile lo stemma nobiliare dei Ruffo, è l’accesso attraverso cui si accede a un androne con volta ribassata e un cortile con scalone esterno che porta all’ingresso della residenza vera e propria. 

A Sud un corpo di fabbrica, costituito da sei vani coperti con volta a botte, costituisce il piano terra dell’antico castello. La gradinata esterna poggia su due vani coperti da volte a crociera. 

Nella zona Nord-Est sono stati ritrovati: una galleria di difesa, le cisterne, le fondazioni dell’antica residenza baronale e della cappella. 

Oggi il Castello è centro culturale, sede di incontri e mostre.