Cattolica di Stilo

 

«La Cattolica è sorta nella terrasanta del Basilianismo […]. Tutto, nella Cattolica, spira bizantinità: la sua struttura, l’organismo di pianta ed alzato, l’orditura policroma delle murate esterne, la selvetta delle cupole, lo sguardo volto allo Ionio, donde fin dal secolo VIII a. C. era venuta tanta luce di civiltà».  Paolo Orsi

 

La Cattolica di Stilo si colloca ai piedi del Monte Consolino, sulla cui roccia poggia per metà. Fu il conte Vito Capialbi (1790 – 1853), noto studioso e archeologo calabrese, che per primo segnalò l’esistenza della Cattolica generando in essa interesse. Tuttavia, fu con l’opera dello storico dell’arte Heinrich Wilhelm Schulz (1808 – 1855) che l’edificio divenne oggetto di interesse tra gli studiosi, per poi essere approfondita dall’archeologo Paolo Orsi (1859 – 1935) il cui lavoro influenzerà tutti gli studi successivi. 

La Cattolica di Stilo, costruita nel IX secolo, si presenta esternamente come un cubo di piccolissime dimensioni. I muri perimetrali, così come le cupolette, sono costruiti in mattoni rossi di grandezza considerevole. Le cupolette insieme all’alternarsi delle mattonelle quadre e dei laterizi rossi riescono a dare vita al complesso architettonico. 

L’edificio, a pianta centrale quadrata, ha tre absidi rivolte sul lato orientale, possiede un’unica porta d’accesso ed è sormontata da cinque cupolette finestrate. La più alta, posta al centro, presenta una doppia finestra (bifora). 

L’interno è suddiviso da quattro colonne in nove spazi quadrati. Delle quattro colonne una è in marmo lunense, due in cipollino e l’ultima in granito. Tutte e quattro le colonne reggono le arcate su cui poggiano le cinque cupolette. 

Delle colonne, la prima poggia su un plinto di base ionica che a sua volta poggia su un capitello romano ornato da un doppio ordine di foglie di acanto; la seconda, in cipollino, ha per base l’echino di un capitello dorico; la terza poggia direttamente sul pavimento; la quarta su un capitello ionico. I capitelli delle quattro colonne sono bizantini a piramide tronca con mantello rigonfio. 

Sulle pareti interne della chiesa sono presenti affreschi a più strati. La prima colonna a destra, sopra l’ingresso, riporta inciso un testo biblico (Salmo 118, versetto 27) relativo all’Epifania: Deus Dominus (Christus) Nobis Apparuit: Dio Signore si mostrò noi. 

Le colonne sono avvolte da una leggenda che narra che queste furono trasportate dalle rovine di un antico tempio pagano da quattro fanciulle di Stilo che, grazie ad un intervento divino, le portarono in spalla cantando, senza in alcun modo patire il peso dell’enorme carico. Dal 2006 l’edifico viene inserito nella lista dei luoghi candidati a diventare Patrimonio UNESCO, mentre oggi è sito della Direzione Regionale Musei Calabria del Ministero della Cultura.