Certosa di Serra San Bruno

 

«…una città fortificata, con i suoi baluardi, i suoi bastioni, le sue torri…» 

Léon Palustre de Montifaut

 

La Certosa fu edificata da Bruno di Colonia, monaco cristiano tedesco e fondatore dell’Ordine certosino. Bruno (Brunone in forma latinizzata) venne in Italia nel 1090 chiamato a Roma da Papa Urbano II. Ruggero il Normanno, nel 1091 fece dono al frate di un terreno nei boschi delle Serre, chiamato La Torre, dove fondò la sua seconda certosa di Santa Maria del Bosco o della Torre. Successivamente, Bruno eresse nelle adiacenze il convento di Santo Stefano, consacrato tra il 1097 e il 1099. 

Nel secolo XVI venne edificata la grande cinta muraria che circondava il complesso e fu avviata la realizzazione della chiesa, di cui oggi è visibile la facciata. Le prime mura risalgono al 1534-1536 circa e racchiudevano una superficie quadrata con ai vertici quattro torri. Le mura avevano un intento difensivo e di salvaguardia dalle incursioni saracene. Nel periodo barocco il complesso venne ancor più ampliato a Sud. 

Il sisma del 1783 inflisse gravi danni alla certosa. Fu riedificata successivamente tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento su progetto dell’architetto francese François Pichat. Dell’originario complesso rimangono rovine della cinta muraria a pianta quadrilatera, con torrioni cilindrici angolari, la parte inferiore della facciata di ordine dorico, parte del chiostro rettangolare seicentesco, con al centro una fontana, e la facciata rinascimentale della chiesa e il vecchio cimitero dei certosini. 

Sull’altare della chiesa si conservano le reliquie di San Bruno e del suo discepolo Lanuino e un busto d’argento che riproduce l’effigie del santo, ai lati dell’altare sono installate le statue marmoree di San Bruno e del Beato Lanuino, opere dello scultore Serrese Giovanni Scrivo (1868-1893). Lo scultore è figlio di Alfonso Scrivo, l’architetto che progettò e diresse i lavori di ricostruzione della certosa di Serra insieme all’architetto Pichat, disegnandone altari, stalli e cappelle. 

Il complesso, fino a qualche tempo fa, era visitabile solo agli uomini, secondo le regole certosine. 

Nel 1994, su impulso della comunità monastica nasce il Museo della Certosa, ubicato all’interno delle mura del monastero. Il percorso si snoda in ventidue sale in cui si può approfondire la storia di San Bruno e dell’ordine da lui fondato, insieme alla visita dell’esposizione di frammenti marmorei e di opere provenienti dall’antica fabbrica, di arredi, paramenti sacri e di codici. Il fruitore, grazie anche all’uso del digitale (tramite filmati, foto e audio descrizioni) ha l’occasione di comprendere le pratiche della vita monastica certosina. 

Il percorso termina in una piccola cappella compresa in una torre cinquecentesca, a disposizione anche per chi desidera sostare per vivere un momento compreso nella preghiera. Nei pressi si trovano la grotta dove San Bruno usava pregare e il laghetto, con al centro la statua del Santo inginocchiato. Secondo la tradizione qui si trovavano le reliquie del Santo che, quando vennero portate alla luce per essere traslate, fecero sgorgare la sorgente che alimenta il laghetto.